Oceano rosso by A.S. Fleischman

autore:A.S. Fleischman
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: Avventura
editore: Longanesi & Co
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

CAPITOLO XII

IL battello rallentò lasciando dietro a sé una lunga scia di schiuma. Le luci del molo piovvero sui suoi fianchi rugginosi, protetti da festoni di vecchi pneumatici che fungevano da paraurti. La ciminiera eruttava un fumo denso misto a cenere e il salone di prima classe, con le sue finestrine giallastre, pareva un superstite cimelio della Belle Epoque.

Wilder, che per la prima volta vedeva il battello da vicino, si disse che raggiungere Hong Kong con quella carcassa era impossibile. E l'averlo pensato rasentava la follia. Persino i corrimano sembravano lì lì per polverizzarsi da un momento all'altro e le tavole del ponte non erano state raschiate da anni.

Wilder fu uno degli ultimi a salire a bordo. Vide Black Pigeon entrare nel salone di prima classe e decise quindi di rimanere fuori. Si rimboccò la tonaca e salì sulla scaletta che portava al ponte di comando. La cabina del timoniere era lì, alla sua destra, e tutt'attorno si stendeva il mare. All'improvviso Wilder sentì rinascere in sé l'entusiasmo. Per quanto vecchio e malconcio, il battello stava ancora a galla, aveva macchine che funzionavano e una ruota a pale che lo mandava avanti. E questo era l'importante.

I marinai caricavano frattanto casse di frutta e di verdura e Wilder tollerò pazientemente l'attesa. Gli abitanti di Ciku Shan avrebbero mangiato lattuga fresca, cipolle e canna da zucchero durante il lungo viaggio verso Hong Kong.

Infine una campana echeggiò nella cabina del pilota, la ciminiera ricominciò ad eruttare fumo e scintille, il battello puntò la prua verso il largo dirigendosi su Amoy. Wilder, protetto dall'oscurità, si avvicinò alla porta della sala macchine e guardò giù. Il pungente odore della nafta calda giunse sino alle sue narici ed egli l'aspirò deliziato. Tack aveva la massima cura del suo regno, tubi d'acciaio e maniglie d'ottone brillavano lucidissime. Wilder si sedette su di una cassa e attese che le luci di Hai Ceng apparissero all'orizzonte.

Il battello si fermò per l'ultima volta in quel porto di terraferma e caricò una mezza dozzina di passeggeri. Big Han e il giovane Tso si avvicinarono a Wilder.

«Tutto pronto!», mormorò Big Han, esultante. «Il cugino Tack si scusa per aver raggiunto Shima in ritardo, ma ha voluto caricare molta legna ad Amoy per averne una buona riserva.»

Purtroppo nelle caldaie del battello si bruciava solo legna, il carbone era troppo raro e costoso perché le autorità comuniste lo concedessero ai piccoli vapori costieri; quindi nel corso del viaggio si sarebbe dovuto affrontare anche il problema del combustibile. La legna occupava molto posto e non si poteva caricarne tanta quanta ne occorreva per percorrere trecento miglia.

«Ora dobbiamo solo aspettare, ch'uan chang», concluse Big Han.

I due uomini si sedettero sulle casse accanto a Wilder e fumarono una sigaretta.

Il capitano non si curava molto della pulizia della nave e Wilder pensava già agli ordini che avrebbe dato all'equipaggio quando il battello fosse stato ancorato nel laghetto di Ciku Shan. Chissà se avrebbe trovato qualche barile di vernice nella stiva.

La sirena sibilò.

«Allora siamo d'accordo», disse Wilder sottovoce. «Appena scoppierà l'incendio salirò alla cabina di comando da questa parte e voi dalla parte opposta.

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